La realtà odierna evidenzia una serie di fattori – tra cui spiccano i fattori economici e la ricerca di modelli che evocano l’illusione di un’eterna gioventù – che oggi spingono sempre più coppie a posticipare una gravidanza: la tendenza è quella di trascurare il vero limite biologico relativo alla capacità riproduttiva umana. Nel caso specifico di una donna, la sua capacità riproduttiva diminuisce a partire dai 35 anni e arriva quasi ad annullarsi dopo i 42-43 anni.

Il significato di riserva ovarica

Ogni donna nasce con un certo numero di follicoli nelle ovaie (un milione circa): piccolissime sacche piene di liquido, ognuna delle quali contiene un ovulo necessario al concepimento.
Al momento del primo ciclo mestruale, nella pubertà il numero di follicoli si è già più che dimezzato ed in media ne restano solo 400.000 poichè il resto è stato assorbito dalle ovaie.
La riserva ovarica è rappresentata dal numero dei follicoli primordiali con i quali una donna si confronta in un determinato momento della vita. Tale numero tende a diminuire progressivamente durante il corso della vita fino alla menopausa. Dalla diminuzione del numero dei follicoli a livello ovarico scaturiscono inesorabili cambiamenti relativi al ciclo mestruale e alla fertilità. Sfortunatamente una bassa riserva ovarica non comporta alcun sintomo nella maggior parte delle donne: solo in fase tardiva è possibile notare un aumento della frequenza dei cicli mestruali e/o la scomparsa degli stessi per brevi periodi. Dall’assenza di tali sintomi nasce la necessità di ricorrere ad esami specifici per la valutazione della riserva ovarica.

Test di valutazione della riserva ovarica

Per una corretta valutazione della riserva ovarica, negli ultimi anni i test più efficaci sono:

  • dosaggio dell’ormone follicolo stimolante basale (FSH)
  • dosaggio di 17-beta-etradiolo
  • dosaggio dell’inibina B
  • dosaggio dell’ormone antimulleriano (AMH)
  • test dinamico al citrato di clomifene
  • conta dei follicoli antrali
  • determinazione del volume ovarico

Tra tra le valutazioni sopra elencate, risulta avere buona capacità diagnostica la valutazione dell’AMH associato al conteggio dei follicoli antrali con metodo ultrasonografico.

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