Ostetricia

Ginecologo Dr. Luigi Cetta, fautore del Management della Gravidanza

Esami antinfettivi secondo trimestre

Il secondo trimestre della gravidanza è il momento in cui comincia a stabilirsi la relazione tra la futura mamma e il suo bambino; cambiano le abitudini di vita, cominciano l’impegno di tutti gli organi vitali della donna.

Il feto comincia a crescere in modo più sensibile, l’impegno metabolico si incrementa con un’esaltazione di quello proteico.

Aumenta il volume di sangue, aumenta la attività dell’cuore, del fegato e dei reni; inizia una trasformazione piuttosto marcata del corpo della donna. L’utero, infatti, per far spazio al bambino che cresce, si ingrandisce, e la pancia smette di passare inosservata.

Nel Management della Gravidanza il secondo trimestre si ricerca la conferma della negatività degli esami gruppo TORCH , con riguardo particolare allo screening della Toxoplasmosi, Citomegalovirus e Rosolia; si deve tenere presente che in questo periodo della gestazione il rischio di malattia da parte di questi agenti patogeni non è legato al rischio di malformazione; piuttosto in caso di contagio verrà curata la malattia alla mamma e al feto, mantenendo la giusta cautela del periodo delicato della gravidanza in corso.

Pertanto mensilmente verrà eseguita la ricerca delle immunoglobuline IgM; queste in caso di contagio si positivizzano in modo crescente.

In caso di positività sarà utile eseguire l’avidity degli anticorpi che ci evidenzia il timing del contagio della malattia individuata.

Come nel periodo precedente è importante che la donna:

  • adotti stili di vita salutari evitando il fumo e le bevande alcoliche che potrebbero compromettere lo sviluppo del bambino.
  • segua un’alimentazione varia ed equilibrata. Nel corso della gravidanza l’aumento del peso corporeo comincia ad essere più evidente; nelle normopeso ed è molto importante che la donna non aumenti troppo nel corso della gravidanza perché ciò potrebbe favorire patologie e complicanze ostetriche.
  • L’attività fisica moderata e regolare contribuisce a limitare l’aumento del peso, oltre a migliorare lo stato psicofisico.

Alla 32^ settimana, fine secondo trimestre, inizia la esecuzione di esami propedeutici al parto e sempre alla ricerca di evidenze riguardante le infezioni. In particolare lo screening epatico con la eventuale ricerca di segni di eventuale infezione riguardo alla epatite e HIV.

L’epatite B e l’epatite C sono malattie del fegato che possono causare epatite cronica, cirrosi epatica, cancro del fegato e insufficienza epatica; tutte patologie che possono manifestarsi anche diversi anni dopo il contagio. Se l’epatite B o C viene contratta durante la gravidanza c’è la possibilità che venga trasmessa al feto.

Se il contagio avviene nelle prime settimane di gravidanza, ci sono buone possibilità che l’infezione non venga trasmessa al feto dal momento che l’eliminazione del virus e la guarigione avvengono prima del parto. Al contrario, se il contagio avviene nel secondo trimestre di gravidanza c’è una probabilità di trasmissione al feto del 6% che sale al 70% se il contagio avviene nel terzo trimestre.

 Per tale motivo è basilare valutare alla fine del secondo trimestre i markers dell’epatite.

Questo vale per la epatite del tipo B e sia per quella C, infezione molto più rischiosa per la sua evoluzione in morbosità cronica ed eventuale rischio oncologico.

 Quindi è rigoroso valutare la HBS Ag e HCV.

Non meno importante è il rischio portato dalla infezione della HIV; il contagio può interessare anche donne in gravidanza e portare con sé una trasmissione materno fetale.

La trasmissione avviene principalmente secondo tre modalità:

  • Parenterale
  • Sessuale
  • Verticale

In caso di positività è di particolare importanza il Management del parto.

In caso di sieropositività è fondamentale valutare la carica virale infettiva della madre; infatti più alta è la viremia maggiore è il rischio di incorrere in una trasmissione verticale che invece si riduce fino a diventare nullo se la viremia è bassa.

Secondo il Sistema Nazionale per le linee guida (SNLG) e il Royal College of Obstetricians and Gynaecologists per quelle donne che non hanno svolto alcuna terapia antiretrovirale in gravidanza o che l’abbiano svolta ma che presentino un valore di carica virale plasmatica superiore a 50 copie/ml è consigliabile espletare un parto tramite taglio cesareo programmato intorno alla 38 settimana al fine di prevenire la rottura del sacco amniotico

Mentre è possibile espletare un parto per la via vaginale nel caso in cui la carica virale plasmatica è presente come < 50 copie/ml.

Per quanto detto sopra è obbligatorio testare sempre alla 32^ settimana L’HIV.

Dott. Luigi Cetta Ginecologo

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