In letteratura internazionale esiste una controversia in continua evoluzione sugli effetti che il tabagismo potrebbe causare sulla funzionalità riproduttiva dell’ovaio. Abbiamo eseguito un’analisi retrospettiva per capire se il danno di sigaretta possa influenzare negativamente gli ormoni di riferimento della riserva ovarica.

È un dato consolidato che la prima gravidanza sia affrontata in età avanzata con un dato medio di 31,5 anni, questo dato aggiornato periodicamente è in continuo aumento.

I grandi cambiamenti socio-economici degli ultimi dieci anni hanno influenzato negativamente la scelta di tante famiglie nella pianificazione di affrontare una gravidanza.

In tale ottica è da determinarsi come la riserva ovarica diminuisca con l’età della donna; l’avvento del climaterio comporta, considerando anche l’alterazione dello stile di vita, una maggiore tendenza ad avere follicoli atresici, una diminuzione del recruitment ovulatorio, oltre che ovociti di qualità più scadente: parametri che incidono sulla capacità riproduttiva della donna.

Il fumo di sigarette è uno tra i parametri che spesso viene associato ad un esaurimento prematuro della funzione ovarica: le donne fumatrici entrano in media nella menopausa 1,5/2 anni prima rispetto alle non fumatrici, anche se non sono accertati i meccanismi di azione che determinano questi danni.

L’analisi del bilancio ossidativo delle cellule è basale per la loro valutazione; dal 2005 si è cominciato ad utilizzare i test ematici come FSH, Inibina B, Estradiolo, oppure esami biostrumentali, come la conta dei follicoli antrali mediante ausilio delle tecnologie ad ultrasuoni.

L’AMH, ormone glicoproteico prodotto nelle cellule tecali interne del follicolo secondario ovarico (cellule antrali), se testato in determinati giorni ciclo (2°/3° gg ciclo), è certamente correlato con lo stato della riserva ovarica.

Le teorie sul ruolo dello stress ossidativo, equilibrio tra produzione di specie ossidanti e difese antiossidanti, è caratteristico di molte malattie ed in particolare di quelle su base infiammatoria cronica; la produzione di specie reattive (molecole dannose per l’ossigenazione della cellula chiamate “ROS” (Specie Reattive dell’ossigeno), oppure una riduzione delle difese antiossidanti sono alla base del meccanismo di azione che provoca tale danno.

Ad oggi in molti casi non è ancora possibile stabilire se i radicali liberi sono la causa oppure l’effetto delle lesioni che caratterizzano le malattie in cui sono coinvolti. È assodato che a prescindere dalla causa che determina un aumento dei ROS all’interno della cellula, quando tali molecole sono presenti in concentrazioni superiori ai livelli normali sono in grado di attaccare qualunque substrato cellulare causando alterazioni funzionali e strutturali.

Le strutture cellulari danneggiate perdono la stabilità chimica e quindi viene innestato un processo radicalico concatenato che danneggia la cellula attraverso l’attività dei ROS e che, qualora non venga bloccato, può colpire a livello tissutale e quindi il livello organico-funzionale in moltissime patologie (es: aterosclerosi, diabete mellito, alterazioni infiammatorie, oncologiche, epatiche e broncopneumologiche).

Intuitivamente si può dedurre che tale attività patologica possa mirare il follicolo creando danni biochimici e strutturali sia a livello della teca esterna che interna; in quest’ultima viene prodotta la glicoproteina riferibile all’AMH e quindi un eventuale danno cellulare porta sicuramente ad una riduzione della produzione di questa glicoproteina.

Lo scopo della nostra ricerca è riuscire a determinare la correlazione tra tale dannodecremento della riserva ovarica e il decremento della qualità o della capacità riproduttiva dell’ovocita prodotto dal follicolo.

Materiali e Metodi

Acquisizione dati

Accesso banca dati della ASL Roma 2 – Dipartimento Ostetricia Ginecologia, Ospedale “S.Eugenio”, Ospedale “S.Pertini”.
Sono state selezionate 95 coppie nel periodo compreso tra marzo 2016 e marzo 2017. Le pazienti avevano un’età media di 35,6±2,8, un indice di massa corporea (BMI) di 24,1 ± 0,1.

È stata valutata la concentrazione sierica dell’FSH , dell’AMH e dell’Inibina B. Questi ormoni sono stati testati tra il secondo ed il terzo giorno del ciclo con una media di ritmo ciclo mestruale tra i 27 e 34 giorni; tutte le pazienti affrontavano il primo ciclo a fresco di fecondazione assistita. Sono state escluse dallo studio pazienti con: endometriosi pelvica, sindrome dell’ovaio policistico, FSH basale > 10mU/ml, alterazioni cromosomiche.

Per tutte le pazienti la crescita follicolare è stata indotta mediante “protocollo lungo” con somministrazione di agonista-GnRH al 21°gg del ciclo precedente e stimolazione con gonadotropine purificate (dosaggio personalizzato) a partire dal 3° gg del ciclo. Il pick-up ovocitario è stato eseguito in neuroleptoanalgesia dopo 32-34 ore dalla somministrazione di 10.000 UI di HCG.

Analisi statistica

Tutti i dati sono rappresentati con deviazione standard della media (DS).
È stato utilizzato il test di Student non appaiato per confrontare i valori medi delle variabili continue quali età, BMI, dosaggi ormonali, anni di infertilità e parametri di recupero ovocitario; è stato utilizzato il test di Fisher per le variabili qualitative come i parametri dell’outcome riproduttivo (percentuale di fecondazione, clivaggio embrionale, impianto e gravidanza) tra il gruppo delle fumatrici e non fumatrici.

L’analisi statistica è stata eseguita utilizzando P<0.05 come valore significativo.

Risultati

Analisi demografica

Abbiamo diviso le pazienti in due gruppi classificandole “ Fumatrici “ e “ Non Fumatrici”.

Nella Tabella 1 sono stati inseriti i parametri fissi per l’ammissione allo studio per le pazienti (età media, BMI, periodo dichiarato di infertilità, numero di sigarette/die).

Lo stato di fumatrice delle pazienti è stato verificato durante l’anamnesi di accesso alle tecniche di fecondazione assistita, sono state considerate “fumatrici” le donne che fumavano >= 10 sigarette/die, mentre “non fumatrici” coloro che non fumavano, avevano smesso da almeno un anno e che non convivevano con partner fumatori. I due gruppi confrontati erano composti da 53 donne (50,3%) risultate non fumatrici e 42 (39,9%) fumatrici.

Tabella 1

  • età donna 35,4 ± 3,5 35,7 ± 2,5
  • n° sigare9e /die donna 11,9 ± 6,7 No value BMI donna (kg/m2) 21,8 ± 2,4 27,1 ± 3,3
  • anni di “fer$lità cri$ca” 2,4 ± 0,6 2,1 ± 0,9

Sono stati analizzati i dosaggi ormonali, con riguardo particolare alle pazienti fumatrici (tabella 2). Non si evidenzianodifferenziazioni tra i due gruppi in esame; il parametro che appare chiaramente discordante è il valore dell’AMH; tale valore appare più alto nelle donne non fumatrici rispetto alle fumatrici.

Tabella 2

Relativamente alla valutazione morfo-cellulare, si rileva un maggior numero di vacuoli citoplasmatici dell’ovocita, che conseguentemente è indice di non benessere cellulare.

Per quanto riguarda l’outcome clinico, risulta diminuita (significativo) la percentuale di fecondazione degli ovociti nelle donne fumatrici rispetto alle non (65,7% vs 76,8% – p<0.05).

Nel gruppo delle non fumatrici è stato trasferito un numero maggiore di embrioni (grado 1) ottenendo una percentuale di gravidanze statisticamente superiore rispetto al gruppo delle fumatrici (29.5% vs 21,4% – p<0.05).

Tabella 3

  • ovociti, insemina, / pz 3,6 ± 1,7 3,2 ± 1,1
  • fecondazione 99/151 (65,7) 129/169 (76,8)
  • n. abor, 13
  • n. gravidanze mul,ple 21
  • gravidanza clinica/transfer 7/34 (21,4) 13,5/46 (29,5)

Discussione

I dati analizzati evidenziano una più bassa percentuale di fecondazione tra le donne fumatrici rispetto alle non fumatrici con un recupero ovocitario sovrapponibile.

L’analisi morfologica degli ovociti ha confermato un possibile effetto del fumo sulla qualità ovocitaria, consequenziale alla presenza di vacuoli citoplasmatici12.

È stata considerata una diminuzione di embrioni di ottima qualità nelle fumatrici, correlata con la concentrazione di nicotina nel fluido follicolare13.

Si evidenzia quindi la necessità di ulteriori studi per chiarire l’influenza della nicotina rispetto la combustione della sigaretta anche con l’utilizzo di uno specifico incubatore embrioscopico “Time-lapse” che consente l’identificazione di parametri morfocinetici necessari alla possibile differenziazione tra embrioni di fumatrici e non fumatrici.

È quindi argomento di ricerca importante e controverso il nesso tra nicotina, materiale da combustione e qualità degli ovociti considerando il fondamentale desiderio di ogni donna di realizzare il proprio sogno di gravidanza.

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