La Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) già nel 1985 raccomandava, nel percorso nascita, di contenere il ricorso al taglio cesareo.

Vi era in effetti un esercizio eccessivo a questa procedura.
Chiariamo: “Il taglio Cesareo è una risorsa fondamentale e va fatto quando c’è la giusta indicazione”

Sicuramente procedura preziosa, ma è innegabile che nei decenni 80/90 è stato utilizzata in modo alquanto eccessivo.

Perché è sconsigliabile?

A) Esso è intervento chirurgico e talvolta con approcci complessi specialmente su quelli ripetuti

B) C’è un rischio, che per gli esperti è comunque sostenibile, di danni all’intestino, alla vescica o maggiori possibilità di incidenti vascolari

C) Ripresa fisica più lenta, rispetto al buon esito di un parto vaginale

D) Necessità relativa di ulteriori tagli cesarei in gravidanze successive; anche se non sottovalutiamo il ricorso al parto vaginale dopo taglio cesareo (VBAC), ma solo a certe condizioni

E) Possibilità di un impianto patologico della placenta nelle successive gravidanze

G) Maggior rischio di complicanze respiratorie per il bambino connesse al taglio cesareo (circa 5%)

Dobbiamo tenere conto che vi sono situazioni per cui il ricorso a questa modalità di parto è necessaria; a malincuore certamente, per quanto mi riguarda.

E’ giusto sottolineare che, nell’ultimo decennio, è stato ottenuto un sensibile calo di incidenza di questa procedura e un maggior rispetto della fisiologia del travaglio.

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